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Cara Expo, ma quanto ci costi ?

Sono in vendita da lunedì scorso i biglietti d’ingresso a Expo 2015 che aprirà i battenti il primo maggio dell’anno prossimo. Si possono acquistare sul sito dell’Expo, attraverso l’App scaricabile da Apple e Google Store, online da rivenditori autorizzati, presso Intesa San Paolo, oltre che all’Expo Gate in piazza Castello a Milano, alla Triennale e, a breve, anche attraverso la rete commerciale di Telecom. La società Expo ha ideato svariate tipologie di accesso alle quali corrispondono diversi formati e costi: dai biglietti cartacei in filigrana a quelli da stampare a casa fino a quelli digitali. I prezzi variano dai 10 ai 39 euro.

 

Ci sono tariffe più economiche per chi fissa il giorno esatto della visita, più care se il biglietto non prevede una data specifica. Sono previsti sconti per famiglie, studenti, anziani e disabili. Tutti i biglietti acquistati prima dell’apertura di Expo sono scontati del 20 % sul prezzo reale. Il biglietto più caro costerà 32 euro fino al 30 aprile 2015 e 39 euro dopo questa data. Due adulti con due bambini in un giorno prefissato pagheranno invece 67 euro. Alcune tipologie di biglietti sono ancora da fissare: quelli per le scolaresche e i notturni, per chi entra dopo le 18.30 (l’Expo sarà aperta dalle 10 alle 23). Non ci saranno invece biglietti multi-ingresso come quelli settimanali e mensili che vengono offerti da altre esposizioni o parchi divertimento.

 

Secondo la comunicazione ufficiale degli organizzatori il costo medio dei biglietti sarà di 22 euro ma questo calcolo prende in considerazione i biglietti ridotti per categorie particolari che avranno numeri molto limitati. In realtà considerando i diversi prezzi disponibili al pubblico più ampio la media si attesta a 29,50 euro a ingresso. L’obiettivo fissato dalla società Expo è di vendere almeno 10 milioni di biglietti prima dell’inaugurazione e di arrivare a un totale di 20 milioni di biglietti venduti. Considerando il valore medio dichiarato di 22 euro si tratterebbe di un incasso di 440 milioni di euro.

 

Il servizio di biglietteria (ticketing) è uno dei più ricchi business dell’Esposizione Universale e un fattore chiave per il suo finanziamento. Secondo quanto riportato dalla rivista Wired, di fatto, l’assegnazione del servizio di ticketing sarebbe avvenuta senza una vera gara pubblica, ma inserita all’interno dei servizi di “banking” (che comprendono tutti i servizi finanziari e di credito legati all’evento) e assegnato a un’azienda che però non è mai entrata in nessuna trattativa con Expo Spa. Si tratta della Best Union Company (BU), società bolognese che ha ottenuto il servizio per la biglietteria grazie ad una partnership con Intesa San Paolo, la grande banca diventata sponsor ufficiale dell’esposizione universale.

 

La questione ticketing e il relativo costo degli ingressi ad Expo è una delle principali preoccupazioni delle associazioni e organizzazioni della società civile alle quali la società Expo ha assegnato lo status di non ufficial participant e che avranno un padiglione dedicato dentro il perimetro espositivo, la Cascina Triulza. La questione è rilevante anche per quelle organizzazioni di carattere internazionale che hanno sottoscritto un Accordo di Partecipazione proprio per sviluppare un palinsesto culturale sul tema dell’esposizione (ad oggi sono ACTIONAID, ALLIANCE2015, CARITAS, DON BOSCO NETWORK (DBN), FAIRTRADE, INTER PRESS SERVICE, LIONS CLUBS INTERNATIONAL, OXFAM, PLANET FINANCE, SAVE THE CHILDREN, WWF e WAA-AMIA/CONAF).
L’Expo infatti è stata presentata fin dall’inizio come un’opportunità imperdibile per la società civile tanto da sollecitare la formazione di una cordata di importanti organizzazioni che hanno dato vita alla Fondazione Triulza proprio per gestire il padiglione Cascina Triulza che dovrebbe accogliere oltre mille eventi nell’arco dei sei mesi.

 

Ma gli eventi si sa hanno successo se c’è un pubblico, soprattutto quando si parla di eventi di sensibilizzazione o eventi culturali. Secondo molti operatori del settore il sistema di ticketing messo in piedi da Expo potrebbe mettere a rischio proprio la riuscita di questo ricco palinsesto culturale a cui decine di organizzazioni stanno lavorando da anni con aspettative crescenti e investimenti economici importanti. Per risolvere il problema del caro-ingressi le organizzazioni firmatarie di accordo e la stessa Fondazione Triulza hanno cercato di ottenere da Expo Spa condizioni più favorevoli ma ad oggi hanno strappato solo la possibilità di avere un certo numero di biglietti al costo di circa 20 euro. La Fondazione Triulza diventerà un sub-reseller di Expo e potrà dunque vendere alle organizzazioni questi biglietti d’ingresso a costo ribassato. Tali biglietti non potranno essere rivenduti ma solo ceduti a terzi.

 

Pensate ora a un’associazione che volesse organizzare una conferenza, un seminario, una mostra o una proiezione sui temi legati al cibo e che lo volesse fare giustamente dentro l’esposizione proprio per contribuire al progetto e rendere visibile la propria iniziativa. Quanto gli costerà organizzare un evento? Su che pubblico potrà contare dentro il perimetro dell’esposizione?

 

I costi per l’affitto degli spazi espositivi e per eventi hanno un costo elevato come è visibile dal listino prezzi predisposto dalla Fondazione Triulza che giustamente deve rientrare dell’investimento e riconoscere le royalties alla società Expo. Nel progetto “EXPlOding energies to change the world”, proposta progettuale per la gestione della Cascina Triulza durante l’Expo, si stimano costi per oltre 6 milioni di euro al netto delle royalties da riconoscere a Expo e ricavi per 3 milioni. Di questi quasi 800 mila euro dovrebbero arrivare proprio dall’affitto di spazi espositivi ed eventi culturali.
Ma il conto più salato arriva quando si parla d’ingressi. La maggior parte degli eventi non potrà certo contare sul pubblico generico che in un dato giorno sarà presente all’Expo, il quale sarà attirato da ben altre meraviglie architettoniche e tecnologiche nei mega padiglioni eco-green-techno che gli Stati espositori e le aziende stanno predisponendo. Bisognerà quindi contare sui quasi 5 milioni di residenti di Milano e dell’area metropolitana che però all’Expo andranno forse una volta nell’arco dei sei mesi non essendo prevista una tariffa dedicata che gli consenta più accessi durante il semestre.
Non resta quindi che predisporre un budget apposito per acquistare i pass d’ingresso a circa 20 euro per ogni partecipante all’evento, organizzatori inclusi. Infine restano da pagare i servizi aggiuntivi, il catering, eventuali traduzioni, allestimenti extra capitolato che possono essere acquistati solo da Cascina Triulza.

 

Avete fatto il conto?

 

Il rischio è che molte organizzazioni siano scoraggiate da queste condizioni e rinuncino ad organizzare le iniziative ipotizzate. Servirebbe uno sforzo in più da parte della società Expo per rendere l’esposizione davvero attrattiva e inclusiva proprio a partire dalle condizioni economiche. Trovare soluzioni più favorevoli per gli ingressi, abbassare i costi degli spazi espositivi e rinunciare alle royalties della Cascina Triulza sarebbero sicuramente passi incoraggianti per rendere quello spazio più partecipato e animato.

 


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