La notizia è arrivata all’improvviso con un comunicato stampa di Save the Children UK che annuncia l’accordo di fusione con Merlin, storica ONG sanitaria inglese che conta 120 operatività all’estero, 5000 dipendenti e 80 milioni di euro in bilancio.
A dir il vero il comunicato dice che Merlin “will join Save the Children to create a world-class humanitarian health force for children and their families living in some of the toughest places in the world”. Come a dire che non si tratta proprio di una fusione alla pari, ma di una volontà di Merlin di entrare a far parte di STC.
Ma quali sono le ragioni di questa gigantesca operazione, del tutto inedita nel panorama mondiale delle ONG internazionali?
A sentire gli AD delle due organizzazioni si tratta di un’operazione volta a rispondere più efficacemente alle crisi umanitarie nel mondo, raggiungendo i contesti di crisi e migliorando l’efficienza organizzativa. Come a dire “l’unione fa la forza”. L’operazione prevede lo scioglimento del board di Merlin e la creazione di un team di transizione che nell’arco di 18 mesi dovrebbe completare il processo.
A leggere con attenzione il comunicato di STC sembrerebbe che la fusione sia stata quasi una necessità da parte di Merlin “This is an opportunity for Merlin to see its work continue and create a sustainable future for the organisation in a tough external environment for smaller charities. Un ambiente esterno difficile per le ONG più piccole, una competizione sempre più dura soprattutto nel mondo delle partnership aziendali e del fundraising più in generale.
Certo nel panorama anglosassone una ONG da 80 milioni di bilancio potrà sembra small, soprattutto se paragonata a STC che ha chiuso il 2012 a quota 328 milioni (comunque in calo rispetto al 2011). In realtà fino ad oggi le fusioni venute alla cronaca nel nostro settore riguardavano organizzazioni decisamente più piccole che certo potrebbero avere problemi di sostenibilità nel contesto attuale.
Secondo i commentatori inglesi invece l’operazione STC/Merlin assomiglia di più alla logica profit delle acquisizioni. infatti sostengono che l’obiettivo sia quello di acquisire competitività sul mercato e raggiungere nuovi segmenti di business. Si parla infatti della volontà di STC di aggredire il mercato dell’umanitario attraverso l’expertise medica di Merlin per competere con MSF e le altre grandi della medicina d’urgenza.
Comunque la si veda il processo è in fase di accelerazione e non mancheranno altri casi di fusione, accorpamento e federazione nei prossimi anni, anche nel nostro paese.
Di seguito gli 11 più recenti casi di fusione nel mondo della cooperazione e delle charity, soprattutto inglesi e americane.
Vedi la slideshow realizzata da Devex
Al di là del caso specifico, molte delle oltre 200 ONG idonee MAE – di cui diverse solo formalmente attive – sono ai minimi storici non solo a causa della crisi e dell’incapacità di competere a livello internazionale, ma anche per la fine del paradigma nord-sud.
Riusciranno a mettere da parte gli interessi personali prima dell’estinzione (e la perdita di quanto di buono c’è nell’esperienza italiana) ?
Parole sante Tiziano!
concordo pienamente con te, al di la di questo esempio particolare, che giustamente la redazione ci racconta, bisognerebbe passare seriamente ad una fase di ripensamento della situazione italiana…quella delle migliaia di realtà insostenibili che una ad una stanno chiudendo per asfissia e anche incapacità gestionale.
Ora la crisi ci costringerà a fare qualcosa, credo che organizzazioni con storie, mission e obiettivi comuni dovrebbero seriamente considerare l’opportunità di aprire collaborazioni e perchè no…fusioni.
saluti
Angelo