Fino ad oggi c’è stato a fatica il tempo di capire e interpretare le nuove procedure e di portare a termine le progettazioni per la scadenza di ieri.
I dubbi sono e rimangono moltissimi nonostante il soccorso prestato dalla DGCS con la pubblicazione delle FAQ. Ma attenti! Le risposte alle FAQ non sono dirimenti, cosi precisa l’ufficio VII in una nota. Quel che conta ai fini dell’ammissibilità sono le delibera.
Ci prova puntualmente la Piattaforma delle ONG idonee dell’AOI a interloquire con la DGCS per sciogliere alcuni nodi aperti e chiedere già da oggi la disponibilità a modifiche e miglioramenti delle procedure. Leggi la lettera completa.
Ma chi meglio degli utenti del bando, ovvero gli operatori delle ONG, possono dare un giudizio ragionato su questo bando?
E quindi chiediamo a tutti voi di rispondere al sondaggio che abbiamo appena pubblicato nella colonna a destra o di scrivere altri commenti qui sotto.
Beh! 16 allegati contorti nella spiegazione e ripetitivi in alcuni passaggi (più diverse delibere da consultare/confrontare!) sono davvero duri da digerire/interpretare in meno di UN MESE. La DGCS si dimostra quella che è: un apparato burocratico incapace di ridurre complessità, neanche in sede di bando, forse per paura di perdere qualche pezzo, cioè, qualche burocrate!
Credo che riscrivere nuove procedure su un regolamento di fondo obsoleto e cavilloso non possa portare mai buoni frutti! Secondo me bisognerebbe azzerare tutto e riscrivere prcedure nuove su norme nuove. Per questo sarebbe importante riformare la legge 49.
Quello che non funziona è l’impianto sottostante che riflette un’idea di cooperazione che non esiste più.
Basta guardare i termini di queste delibere e le parole usate e ci si rende conto di che mondo stiamo parlando.
cari saluti
Enrnesto
D’accordo con Ernesto. Serve una riforma URGENTE della Legge 49/87, i regolamenti – per quanto nuovi – non si potranno mai adattare a una realtà completamente diversa rispetto a quella dei decenni trascorsi. Si dovrebbero anche rivedere i criteri di idoneità: non capiamo perche’ l’UE accetta di esaminare e sostenere progetti di cooperazione da qualunque Agenzia, Ente, Associazione e pesino impresa – previa iscrizione al PADOR – mentre il MAE insiste su un’idoneità limitata. In questo modo si escludono dalla cooperazione forze che potrebbero contribuire a migliorarla e aggiornarla e di fatto si riducono le opportunità di “fare sistema”.
Mi sembra che con questi nuovi modelli il MAE tenda ad allinearsi con la modulistica dell’Unione Europea: nota succinta e progetto completo. Francamente non comprendo questo bisogno di presentare nota succinta e progetto completo insieme. Sappiamo tutti quanto tempo e quanti sforzi richieda la stesura di un progetto completo. Perché quindi non basare la decisione di ammissione al finanaziamento sulla sola nota succinta (magari allegando budget e quadro logico)? Poi le proposte prescelte saranno sviluppate nei progetti completi. E, altra cosa, perché, come nel caso della UE, ammettere il doppio/triplo delle proposte che saranno ammesse al finanziamento (obbligando le ONG ad un lavoro enorme di stesura)? Un funzionario UE mi ha spiegato che lo fanno perché nella stesura dei progetti ci possono essere dei cambiamenti, delle ONG possono ritirarsi (?!?), etc. Io resto dell’avviso che si tratta di una mancanza di coraggio e/o competenza nel saper valutare le note succinte.