Ci sono voluti due mesi per avere finalmente i numeri relativi alla ripartizione della quota dell’otto per mille dell’Irpef a diretta gestione statale, prevista dagli articoli 47 e 48 della legge 20 maggio 1985, n. 222. Il risultato è lo stesso dell’anno scorso, il bottino di 181 milioni è stato ripartito per tappare i buchi dello Stato anziché per finanziare le azioni previste dalla legge 222 relative a fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati e conservazione di beni culturali.
Si tratta della ripartizione dei fondi derivanti dalle dichiarazioni dei redditi di chi ha fatto una scelta esplicita in favore dello Stato (non firmando per una confessione religiosa). Secondo la legge, infatti, lo Stato ha l’obbligo di utilizzare i fondi che gli derivano dalla ripartizione dell’otto per mille esclusivamente «per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali».
Nel comunicato della Presidenza del Consiglio pubblicato in Gazzetta il 26 gennaio scorso si dichiara l’impossibilità di ammettere a contributo i progetti presentati con scadenza 15 marzo 2012 ai sensi del d.P.R. 10 marzo 1998, n.76. Si tratta di più di mille progetti che come i 1562 presentati nel 2011 vengono gettati tra la carta straccia. L’anno scorso infatti il governo Monti aveva già rinunciato alla ripartizione del fondo 2011 di oltre 145 milioni destinando gran parte dei fondi all’emergenza carceri e alla Protezione civile.
I 181.781.492 euro del 2012 sono stati destinati ancora in gran parte alla Protezione civile (121 milioni) di cui 64 milioni per la flotta aerea (decreto-legge n.98 del 2011, eredità del Governo Berlusconi) e 57 milioni per il Fondo di Protezione civile (decreto-legge n. 201 del 2011, già Governo Monti).
Per effetto delle rimodulazioni di spesa disposte in occasione degli interventi di manovra finanziaria, è derivata una ulteriore riduzione di 24.002.548 euro. Infine, è stato assegnato dal decreto-legge n.95 del 2012 l’importo di 4.012.422 euro per far fronte agli interventi conseguenti alle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nel febbraio 2012 e la residua disponibilità, pari a 32.766.522 euro, e’ stata destinata con la legge n. 228 del 2012 (legge di stabilità 2013) agli eccezionali eventi alluvionali, atmosferici ed alle precipitazioni nevose verificatesi nell’ultimo triennio.
E dire che questo era il Governo che doveva rilanciare la cooperazione internazionale! Facendo un rapido calcolo, se le risorse fossero state ripartite come previsto dalla legge e ipotizzando un’equa ripartizione tra le 4 tematiche, parliamo di 81 milioni andati in fumo per quanto riguarda i progetti legati alla fame nel mondo. Un ottimo bilancio per il Governo tecnico di Monti.
Nel frattempo il Ministero di Riccardi si è preoccupato di chiedere alcune modifiche al regolamento di ripartizione, ma solo per il futuro. Le modifiche apportate recentemente assicurerebbero che in futuro la ripartizione sia equamente distribuita sulle 4 tematiche (25% ciascuna). In caso di riduzione del fondo per calamità naturali le risorse dell’8 per mille per la fame potranno passare a rappresentare al minimo il 16,5% del totale.
Purtroppo la gestione distorta di questo strumento (l’8×1000) ne sta progressivamente compromettendo l’utilità e l’efficacia. Quante saranno le organizzazioni che al prossimo 15 marzo presenteranno nuove proposte progettuali? Con quali aspettative e che qualità di progettazione per uno strumento che ormai è diventato peggio del SuperEnalotto? Se in futuro dovessero passare da qui oltre 40 milioni destinati alla cooperazione ci sarebbe comunque da preoccuparsi. Non sarebbe più utile far confluire anche queste risorse nei futuri bandi pubblici della DGCS?
Aggiornamento, 30 gennaio 2012
Cambia l’8 per mille statale, alle calamità massimo il 50% dei fondi disponibili