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Conflitti e clima influenzano il costo e la qualità della vita nelle capitali del sud globale

In continuità con l’ultima rilevazione del 2023, sono Hong Kong, Singapore e Zurigo le città con il più alto costo della vita per gli espatriati. Mantengono infatti le stesse posizioni in vetta alla classifica di Mercer che classifica tra le più economiche Islamabad, Lagos e Abuja. L’inflazione, le fluttuazioni dei tassi di cambio e la volatilità della situazione geopolitica globale hanno causato negli ultimi anni cambiamenti rilevanti nelle condizioni di vita di chi si sposta all’estero per lavoro o per chi svolge incarichi internazionali. In diverse aree geografiche, i conflitti e le emergenze locali hanno comportato spese aggiuntive per l’alloggio, le utenze, la sicurezza, le tasse locali e l’istruzione.

Nel caso delle città più care (Hong Kong, Singapore e Zurigo), fattori come il caro mercato immobiliare, gli elevati costi di trasporto e l’aumento del costo di beni e servizi hanno contribuito all’elevato costo della vita. Al contrario, a Islamabad, Lagos e Abuja il costo della vita palesemente più basso è determinato dal deprezzamento della valuta.

L’annuale “Cost of Living City Ranking” di Mercer fornisce dati e tendenze rilevanti per chi vive già oggi da espatriato o per chi si appresta a intraprendere una carriera internazionale come quella del cooperante. La classifica di 226 città del mondo, dai luoghi più costosi a quelli meno costosi in cui vivere, è una vera e propria bussola nel panorama del costo della vita delle città di tutto il mondo.

Le città europee figurano pesantemente nella top 10 dei luoghi più costosi in cui vivere. Oltre alle quattro città svizzere, Londra è entrata a far parte della top 10 all’8° posto. Altre città costose della regione sono Copenaghen (11), Vienna (24), Parigi (29) e Amsterdam (30).

Dubai ha scalato le classifiche diventando la città più costosa del Medio Oriente per gli espatriati. È al 15° posto nella classifica globale, in aumento di tre posizioni rispetto al 2023. La seconda città più costosa di questa regione è Tel Aviv, che è scesa di otto posizioni al 16° posto. Seguono Abu Dhabi (43), Riyadh (90) e Jeddah (97).

Le città africane che si sono piazzate al primo posto nella classifica globale delle città sul costo della vita sono Bangui (14, in crescita di 12 posizioni), Gibuti (18) e N’Djamena (21). Le città meno costose della regione includono Blantyre (221), Lagos (225, in calo di 178 posizioni) e Abuja (226).

In Sud America, Montevideo in Uruguay si classifica come la sede più costosa al 42° posto. Seguono Buenos Aires (77, in calo di 32 posizioni) e San Paolo (124). Vale la pena notare che, oltre a Buenos Aires che è diventata un posto meno costoso in cui vivere, Santiago in Cile è scesa di 73 posizioni al 160° posto della lista.

In Nord America, New York City (numero 7 nella classifica globale) rimane la città più costosa. Seguono Nassau, Bahamas (9), Los Angeles (10), Honolulu (12) e San Francisco (13). Le maggiori differenze riscontrate nelle classifiche anno su anno del Nord America sono entrambe in Messico. La capitale, Città del Messico, è salita di 46 posizioni a 33 e Monterrey è salita di 40 posizioni a 115.

Infine in Asia, oltre a Hong Kong e Singapore, le altre città più costose sono Shanghai (23), Pechino (25) e Seoul (32). Alcune delle città meno costose della regione sono Karachi (222), Bishkek (223) e Islamabad (224).

Tra il 2023 e il 2024, gli aumenti più significativi del costo della vita sono stati registrati nelle città dell’Africa (Accra, Addis Abeba e Il Cairo), dell’Europa orientale (Tirana) e dell’Europa orientale (Istanbul). Per tutti gli aumenti (ad eccezione di Tirana), l’inflazione elevata è probabilmente la ragione principale. A Tirana, le fluttuazioni dei cambi sono la causa principale della variazione del costo della vita. In Africa anche le diminuzioni più significative nelle classifiche del costo della vita sono state osservate nelle città di Lagos, Luanda e Abuja.

Nell’attuale clima politico globale, le tensioni locali e regionali si stanno intensificando e le zone di conflitto stanno proliferando. Ciò significa che la sicurezza e la protezione dei dipendenti è sempre più una questione delicata per le organizzazioni di tutto il mondo. Oltre alla sicurezza sono emersi dal rapporto anche altri rischi rilevanti che vanno dai disastri naturali alle infrastrutture inadeguate e alla limitata connettività internazionale. Tutto ciò ha a che fare con la qualità della vita che combinata con il costo può avere un impatto significativo sul processo decisionale delle organizzazioni e dei loro dipendenti.

La maggior parte delle città africane che ospitano espatriati del mondo della cooperazione internazionale e dell’aiuto umanitario presentano una situazione di costo della vita medio basso e allo stesso tempo un basso livello di qualità della vita. È in questa fascia che si posizionano città come Nairobi, Dar es Salam, Bamako, Assis Abeba, Lagos e Harare. In questi contesti la questione sicurezza e i crescenti fenomeni atmosferici avversi (si pensi al Kenya negli ultimi 4 mesi) hanno fatto registrare un importante aumento del rischio e conseguentemente dei costi, soprattutto per chi ha famiglia al seguito.

Considerando solo il costo della vita, la classifica delle città africane vede anche quest’anno in testa Bangui, la capitale della Repubblica Centro Africana al 14° posto in assoluto. Seguono Gibuti al 18°, N’Djamena al 21°, Conakry al 26° e Dakar al 39°. In diminuzione rispetto all’anno scorso i costi registrati a Nairobi, Maputo, Lusaka, Kampala, Bujumbura e Luanda.


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