Il segretariato delle Nazioni Unite António Guterres ha rilasciato alcuni giorni fa l’anteprima del rapporto annuale che descrive i progressi compiuti dal mondo in relazione ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Si tratta del documento “Special Edition: Progress to the SDGs: Report of the Secretary-General”, e i suoi contenuti saranno discussi a metà luglio a New York durante l’High-level Political Forum (Hlpf), l’incontro quadriennale che valuta l’attuazione dell’Agenda 2030, e analizza la distanza tra la situazione reale e i 169 Target che compongono i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Sotto i riflettori saranno soprattutto i Goal 4 (istruzione di qualità), 8 (buona occupazione e crescita economica), 10 (ridurre le disuguaglianze), 13 (lotta al cambiamento climatico), 16 (pace, giustizia e istituzioni solide) e 17 (partnership per gli obiettivi).
Il rapporto fa ben sperare sul raggiungimento del Goal 3 (salute e benessere), dove i tassi di mortalità infantile continuano a diminuire mentre vengono fatti progressi su determinate malattie (come la cura all’epatite), e del Goal 7 (energia pulita e accessibile) sul quale si registrano passi avanti significativi, anche per le misure di efficienza energetica che ampliano il proprio campo d’applicazione. Qualcosa si muove anche sul Goal 8 (buona occupazione e crescita economica), grazie alla diminuzione dei tassi di disoccupazione (tornati ai livelli di pre-crisi finanziaria) diminuisce anche la popolazione urbana che vive in zone malsane, un buon dato per la realizzazione del Goal 11 (città e comunità sostenibili).
Molto più preoccupante è la situazione sul Goal 1 (sconfiggere la povertà) e Goal 2 (sconfiggere la fame): i poveri estremi sono in diminuzione, ma si prevede che il tasso di povertà estrema (quello di chi guadagna meno di 1,90 dollari al giorno) nel 2030 sarà pari al 6%, mancando dunque l’Obiettivo della totale eliminazione. Inoltre per il terzo anno consecutivo crescono le persone che patiscono la fame e sono ancora milioni i bambini denutriti sul Pianeta. Il Goal 4 (istruzione di qualità) è ancora lontano dall’essere raggiunto, basti pensare che nel 2017 più di 260 milioni di bambini e giovani non andavano a scuola. Parlando del Goal 6 (acqua pulita e servizi igienico-sanitari), sono circa un miliardo le persone che vivono in zone dove c’è carenza di acqua e dove le strutture non garantiscono servizi igienico sanitari adeguati.
Dati poco confortanti anche sul cambiamento climatico, a dispetto delle dichiarazioni dei Governi di tutto il mondo e delle mobilitazioni di giovani e cittadini, crescono ancora le emissioni di gas serra. Un dato che mina il raggiungimento del Goal 13 (lotta contro il cambiamento climatico), in cui è inserito proprio l’obiettivo stabilito a Parigi (limitare l’aumento della temperatura media globale entro i 2 gradi centigradi, rispetto ai livelli del 1880). Sulla protezione dell’ambiente, nonostante siano in aumento le zone marine protette da legislazione nazionale (MPAs, marine protected areas), il Goal 14 (flora e fauna acquatica) continua a perdere parte della sua biodiversità; un esempio lampante è dato dalle barriere coralline, e aumenta la plastica dispersa in mare. Di pari passo, è in pericolo anche la biodiversità terrestre del Goal 15 (flora e fauna terrestre). In generale, secondo gli ultimi rapporti su larga scala, la biodiversità viene distrutta a un ritmo “allarmante” e risultano in via d’estinzione più di un milione di specie. Un fatto aggravato, oltre che dagli impatti negativi del cambiamento climatico, anche dal traffico illegale di piante e animali che alimenta il fenomeno delle “specie aliene invasive”. Infine, il Goal 16 (pace, giustizia e istituzioni solide) non registra pregressi uniformi: sono ancora milioni le persone private di sicurezza e diritti. (fonte Asvis)