E’ davvero difficile non intravedere una volontà politica “punitiva” nei confronti delle ONG a vedere l’iter e l’esito della ripartizione della quota statale dell’otto per mille dell’IRPEF, anno 2017 (riferito ai redditi 2015). La volontà di ridurre al lumicino i fondi da destinare ai capitoli “fame nel mondo” e “Assistenza ai rifugiati” era già emersa lo scorso novembre quando il governo gialloverde ha deciso di derogare alla regola che prevede la divisione del contributo dell’Otto per mille in parti uguali fra le quattro cause previste dalla legge. La deroga è possibile dal punto di vista giuridico solo quando sussistano “particolari caratteri di eccezionalità, necessità e urgenza” di alcuni interventi. Basta quindi qualunque calamità naturale a giustificare il taglio. Niente di più semplice quindi per il fronte leghista che annuncia con una comunicazione del sottosegretario Giorgetti la riduzione del 50% delle quote relative alle categorie “Fame nel mondo” e “Assistenza ai rifugiati” per un ammontare di soli 3.007.095,30 ciascuna.
I fondi tagliati da questi due capitoli vanno a incremento della quota della categoria “Calamità naturali”, per un totale complessivo di euro 12.028.381,56 ha comunicato Giorgetti.
Con i 3 milioni residui vengono finanziati 17 progetti proposti dalle ONG per la categoria “Fame nel mondo” e nessun progetto per la categoria “Assistenza ai rifugiati”. L’unico progetto finanziato (parzializzarne) in questa categoria è quello dell’ANCI (Associazione dei comuni italiani) che si posiziona al primo posto in graduatoria e assorbe tutta la dotazione finanziaria. Un ottimo escamotage per escludere tutti i progetti presentati dalle ONG in questa categoria.
La sterzata rispetto al passato è evidente. L’anno scorso il governo Gentiloni decise di rispettare alle lettera il «Regolamento» fissato nel Dpr 76/1998 e divise in cinque parti uguali i 41 milioni di euro a disposizione. Ai progetti destinati ai rifugiati, quindi, andarono circa 8,2 milioni di euro. Cinque in più di quelli che saranno incassati quest’anno. A farne le spese sono in modo evidente le organizzazioni della società civile in particolare quelle che si occupano di assistenza e integrazione dei rifugiati e di cooperazione internazionale. All’Associazione Nazionale Comuni Italiani andranno quindi tutti i 3 milioni disponibili per «Interventi straordinari di accoglienza integrata», confluendo in un unico progetto contro i venti approvati dodici mesi fa ad altrettante organizzazioni ed enti.
Per quanto riguarda la cooperazione e quindi il capitolo “Fame nel mondo” sono solo 17 i progetti finanziati (alcuni parzialmente) sui 76 ammessi alla valutazione. In tutto ne erano pervenuti 80 alla scadenza del 30 settembre 2017. Dopo 16 mesi di procedura di valutazione, arriva finalmente un esito positivo per 15 ONG: COMI, CBM (2), AVSI, CIAI, CAST, ICU, ARCS, CEFA, MANI TESE (2), CISS, CCM, GVC, AIBI, ASIA e NUTRIAID.
L’elenco di seguito passerà ora attraverso l’iter parlamentare per il parere di rito delle commissioni di Senato e Camera per poi arrivare alla pubblicazione del decreto di ripartizione.
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